Non esistono cattivi studenti, solo cattivi maestri.
dal film “Karate Kid la leggenda continua”
Ok, partiamo subito mettendo le mani avanti. Uno degli argomenti più “spinosi” e ostici che affrontiamo nei nostri corsi di fotografia è l’istogramma.
Per alcuni è inutile.
Per altri un fastidioso impiccio da rimuovere perché occupa spazio sul display della fotocamera.
Per altri ancora, banalmente, è un oggetto misterioso che non si sa a cosa serva….
Oggi sarà questa la nostra missione:
Spiegarvi perché non solo l’istogramma è la base della fotografia digitale, ma anche la sa fondamentale importanza sia in fase di scatto che in postproduzione 😊
Partiamo dalle basi: cosa è un’ istogramma in fotografia.
La fotografia digitale.
Ogni foto scattata con qualsiasi dispositivo digitale è un mosaico costituito da un insieme di milioni e milioni di piccolissimi tasselli: i pixel!

Il “cervello” della nostra macchina fotografica digitale elabora il nostro soggetto come un flusso di dati che poi trasforma nei pixel.
Il nostro device processa questa miriade di informazioni secondo complessi algoritmi per cercare di ottenere il risultato migliore.
E noi, che non disponiamo di cervelli elettronici, come possiamo capire qualcosa di questi dati a colpo d’occhio?
Ma è elementare Watson, con l’istogramma!
Istogramma for dummies:
Prendiamo ad uno ad uno i singoli pixel e suddividiamoli a seconda della loro luminosità (istogramma sulla tonalità) oppure del loro colore (Istogramma sui colori).
E voilà! Non sembra poi così difficile!

Come è composto l’istogramma
L’istogramma sulla luminosità dell’immagine non è altro che un grafico.

L’asse orizzontale (ascisse) mostra la cosiddetta gamma dinamica, parolone che indica tutte le sfumature di luminosità che la nostra fotocamera riesce a registrare dal nero assoluto al bianco puro, divisa in 255 valori.
Per quanto tecnologica e professionale sia la nostra machina fotografica, la gamma dinamica del nostro occhio è infinitamente più ampia di quella del sensore ed è per questo che dobbiamo capire cosa la macchina sta realmente “vedendo”.
L’ asse verticale (ordinate) ci mostra in numero di pixels per ogni singolo valore di luminosità.
Come si può vedere nell’immagine sopra sono presenti due paletti, uno blu sul lato delle ombre e uno rosso sul lato delle luci, cosa significano?
Ogni volta che un pixel della nostra immagine esce dal limite rappresentato da questi paletti perdiamo completamente le informazioni in esso contenuto.
Ecco un esempio con avviso neri in eccesso:
Tutti i pixel che non contengono più informazioni perché escono a sinistra dell’istogramma (paletto blu) lampeggiano in blu.

Ecco un esempio con avviso alte luci bruciate:
In questo caso tutti i pixel che non contengono più informazioni perché escono a destra dell’istogramma (paletto rosso) lampeggiano in rosso.

Quindi l’ideale è cercare di avere tutti i pixels della nostra immagine tra il palo blu e il palo rosso.
Per capire meglio vediamo una serie di foto, con diverse esposizioni, per aiutarci a leggere e interpretare l’istogramma.

Come possiamo vedere in questa prima foto l’istogramma è tutto a sinistra, dalla parte dei toni scuri…Una buona parte è uscita dal palo blu.
Questo significa che molti dettagli dell’interno dell’officina sono andate persi, non sono più recuperabili.
Invece quella piccola collina al centro dell’istogramma cos’è?
È il cielo, che è in effetti correttamente esposto.

Ora l’istogramma si è spostato leggermente verso destra recuperando molti dettagli del cortile esterno, ma rimane sempre ancorato a sinistra, con una perdita di informazioni nell’interno dell’officina.
Ma il cielo dov’è finito? Si è “spostato” a destra, fino addirittura ad uscire dal palo rosso.

L’istogramma ora è rientrato completamente a sinistra, nella parte delle ombre, e non abbiamo più nessun nero chiuso.
Questo ci dice che anche le parti che ci sembrano più nere dell’officina in realtà contengono dettagli. Perché rientrano nell’istogramma!
Mentre a destra noterete che i toni chiari del cielo sono irreparabilmente persi.

L’istogramma si è spostato un bel po’ dal palo blu mettendo in mostra tutti i dettagli all’interno dell’officina. Niente più neri chiusi quindi.
Dall’altra parte tutto il cielo e l’esterno del cortile è bruciato, con un forte riverbero nelle luci.

Tutti i dettagli delle ombre sono ora ben visibili e presenti ma l’istogramma è completamente uscito a destra dal palo rosso, bruciando tutti i toni chiari dell’immagine.
Pensi di aver capito come funziona?
Test di verificaOk va bene, molto interessante, ma a me cosa serve tutto questo?
Come dice una famosa canzone: “Sarà capitato anche a voi” di aver scattato una foto che nel display della fotocamera era a posto, ci avreste scommesso ma poi…. Arrivati a casa e messo il tutto su PC la triste verità: l’esposizione era completamente cannata.
In alcune occasioni magari capita anche di guardare il nostro display LCD integrato nelle moderne fotocamere in pieno sole: quindi è molto difficile capire che stiamo facendo.
Oppure succede in postproduzione: lavoro un’immagine che sembra al top, ma poi la posto nei social e la vedo troppo scura o troppo chiara.
Perchè?
La risposta ce la dà l’istogramma.
È solo l’istogramma che ci dice se la foto è sottoesposta o sovraesposta e, cosa ancora più grave, la fotocamera di suo fa le sue considerazioni ed imposta l’esposizione proprio sulla lettura di questo grafico!
L’istogramma è l’unico strumento oggettivo e scientifico che analizza la luminosità della foto.
Ma come faccio a leggerlo e interpretarlo?
Semplice: con la pratica
Quando hai fatto la scuola guida per prendere la patente ogni cosa sembrava difficile e si doveva fare attenzione a mille cose.
Partire da fermi oppure parcheggiare sembravano operazioni complicate.
Ora però queste attenzioni sono automatiche e si fanno senza fatica.
Anche l’uso dell’istogramma è la stessa cosa:
Subito sembrerà macchinoso e complicato ma dopo un po’ diventerà il più grande alleato per valutare l’esposizione corretta della tua foto.
Ma qual è l’esposizione corretta?
Questo è il fulcro di tutta la spiegazione:
Devo fare una foto dove mi interessa avere il massimo dei dettagli?
Cercherò di posizionare tutto l’istogramma tra il palo blu e il palo rosso:

Voglio fare una lama di luce in un contesto di forte contrasto?
Sottoesponendo volutamente la foto sposterò tutto l’istogramma a sinistra nella zona delle ombre:

Voglio realizzare un ritratto in high key (“in tono alto” ovvero voglio un’immagine in cui i toni chiari siano predominanti)?
Cercherò di sovraesporre fino a spostare l’istogramma sulla destra nella zona delle luci:

Non esiste l’istogramma perfetto!
Molti blog e corsi di fotografia insegnano che l’istogramma perfetto è quello a campana, cioè con tutte le informazioni racchiuse tra i due paletti.
Noi no 😊
Per noi l’istogramma perfetto è quello che ci serve per realizzare la foto che abbiamo in testa, sia essa sottoesposta, giusta o sovraesposta.
Come tutti gli strumenti che ci offre la nostra fotocamera è al nostro servizio e quindi sta a noi capirlo, interpretarlo e piegarlo ai nostri voleri per realizzare foto stupende.
Guarda questo istogramma senza vedere la foto:

Sembrerebbe completamente sbagliato!
In realtà la foto che rappresenta è questa:

Un’ultima considerazione super importante:
L’istogramma mostrato sul display e sul quale vengono fatte tutte le considerazioni che ti abbiamo spiegato sull’esposizione lavora sul file Jpeg della fotocamera.
In realtà il file Raw ha una gamma dinamica molto più estesa soprattutto sulle alte luci.
Se ti interessa approfondire questo argomento ti potrebbe piacere questo articolo: ESPOSIZIONE A DESTRA – ETTR.
Siamo arrivati alla fine di questo nuovo capitolo. Vuoi sapere proprio tutto tutto tutto e di più ancora sull’esposizione? Continua a seguirci sul nostro blog.
Hai suggerimenti da aggiungere o cose da chiedere?
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